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LUOGHI

Museo di Palazzo Poggi

Palazzo Poggi fu costruito nel corso del XVI secolo per volontà del cardinale Giovanni Poggi. Acquistato dal Senato bolognese nel 1711 per insediarvi l’Istituto delle Scienze e delle Arti voluto da Luigi Ferdinando Marsili, divenne sede dell’Università di Bologna a partire dal 1803.

Al primo piano dell’edificio si trova il Museo di Palazzo Poggi che espone la preziosa collezione di oggetti e strumenti scientifici appartenuti all’Istituto delle Scienze. Le grandi sale, affrescate dai celebri pittori Pellegrino Tibaldi, Nicolò dell’Abate e Prospero Fontana, ospitano nuovamente gli antichi corredi delle camere di geografia e nautica, architettura militare, fisica, storia naturale, chimica, anatomia umana ed ostetricia, accanto al cinquecentesco museo Aldrovandiano.

Chiude il percorso una sala tematica dedicata a xilografie e oggetti di arte estremo-orientale.

SALE DI STORIA NATURALE

Queste stanze costituivano nel Settecento una delle più esaltanti meraviglie visibili in Palazzo Poggi, costituite dall’aggregazione di varie raccolte naturalistiche, tra cui quelle Aldrovandiana e Cospiana. Oggi il percorso di visita è interamente dedicato alla figura di Ulisse Aldrovandi, il grande naturalista bolognese che più di altri ha contribuito alla rinascita delle scienze naturali, traghettandole dal Rinascimento alla modernità.

 

SALA DI OSTETRICIA

La sala ospita la collezione di tavole anatomiche in cera, modelli d’argilla e strumenti chirurgici del medico bolognese Giovan Antonio Galli (1708-1782). Il suo scopo era quello di ricucire il divario esistente nel campo dell’ostetricia fra sapere scientifico e sapere pratico: medici e chirurghi detenevano il sapere teorico, mentre le levatrici, spesso poco istruite, assistevano le partorienti con l’aiuto della sola esperienza.

 

SALE DELLE CERE ANATOMICHE

In queste sale sono esposte le cere anatomiche settecentesche appartenute all’Istituto delle Scienze. Sono due le collezioni principali, quella realizzata da Ercole Lelli (1702-1766) e dedicata allo studio del corpo umano, in particolare delle ossa e dei muscoli, e quella dei coniugi Anna Morandi (1714-1774) e Giovanni Manzolini (1700-1755), che indaga l’anatomia e il funzionamento degli organi di senso. Chiude la sezione la statua della Venerina, opera del ceroplasta toscano Clemente Susini (1754-1814).

 

SALE DI FISICA

La fama dell’Istituto delle Scienze fu in gran parte legata all’abbondanza e alla modernità delle attrezzature di cui erano dotate le stanze della Fisica. Alla prima donazione del fondatore dell’Istituto Luigi Ferdinando Marsili, costituita da strumenti utili per lo studio dei fenomeni fisici legati all’astronomia e alla biologia, si aggiunsero nel corso del secolo nuovi materiali, grazie soprattutto all’intervento di Papa Benedetto XIV e, in seguito, del cardinale Gioannetti.

 

SALE DI ARCHITETTURA MILITARE

Ospitano gli schemi di fortificazione progettati e costruiti dai più eminenti ingegneri italiani, francesi e tedeschi e che facevano parte della settecentesca “Camera di Architettura Militare”. Le tavole lignee, che riproducono fortezze e piazzeforti esistenti o sistemi teorici di fortificazione, erano un importante strumento per lo studio dell’urbanistica dell’epoca. Inoltre sono esposti modelli e disegni di artiglieria, oltre a plastici moderni che illustrano i sistemi di attacco e di difesa.

 

SALE DELLE NAVI E DELLE ANTICHE CARTE GEOGRAFICHE

Il Museo espone l’intera “Camera di Geografia e Nautica” dell’Istituto delle Scienze, costituita da preziosi modelli navali dei secoli XVII e XVIII e da carte geografiche coeve. L’Istituto riunì questa elegantissima flotta di vascelli da guerra per studiare la progredita tecnologia a cui le nazioni europee affidavano le loro fortune militari e politiche, la sicurezza dei commerci e, quindi, la grandezza dello Stato.

 

SALA DI ARTE ESTREMO-ORIENTALE

Le opere esposte a rotazione in questa sala provengono da due collezioni bolognesi: quella della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e quella del Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale. La collezione di xilografie giapponesi della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna è una raccolta di oltre 500 stampe realizzate da alcuni tra i maggiori artisti giapponesi del XIX secolo, quali Hiroshige, Kunisada e Kuniyoshi. Di straordinario interesse sono anche le lussuose stampe teatrali di Osaka. La collezione del Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale è, invece, costituita da 160 stampe xilografiche e libri illustrati giapponesi, da una raccolta di oltre 170 oggetti di materiali diversi e da 34 pitture cinesi e giapponesi.

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