Davide Fasulo, polistrumentista, conduttore di ensemble strumentali e vocali e Marco Ferrari, clarinettista e flautista con Voi siete qui hanno realizzato una composizione ispirata al MAMbo nella sua totalità e all’insieme di sensazioni che suscita la visita alla galleria come a dare più rilevanza all’idea di spazio in un’arte in cui è il tempo a fare da guida.
PROTAGONISTI
Davide Fasulo e Marco Ferrari
Davide Fasulo
Davide Fasulo è un compositore poli-strumentista, conduttore di ensemble strumentali e vocali, sound designer e producer. Collabora con diversi artisti per portare in scena le sue composizioni sia dal vivo che con produzioni in studio o installazioni sonore e musiche per video. Da sempre si esibisce come musicista in progetti di diverso genere, dal jazz alla musica antica, alla musica elettronica sperimentale. Tra i progetti attualmente attivi: White Ear (per Last Floor Studio e Compagnia Nuove Indye), Dueventi e La Metralli.
Marco Ferrari
Marco Ferrari, clarinettista e flautista, si dedica allo studio della musica antica anteriore al 1600 e ai rapporti tra musica scritta e tradizione orale. Ha suonato nell’orchestra di palco di Peppe Barra e collaborato con artisti come Lucio Dalla, Mia Martini, Angelo Branduardi, Aleandro Baldi. Ha fondato e diretto gli ensembles Sine Nomine-Acantus, con un’intensa attività discografica e concertistica nelle più importanti città del mondo. Ha pubblicato per Utorpheus il libro L’interpretazione della musica antica e una serie di suites di musica tradizionale balcanica.
COMPOSIZIONE
Voi siete qui
Se l’intera composizione è ispirata alla galleria nella sua totalità, la miccia che ha acceso la creatività nei due compositori si nasconde dentro l’opera Non parto, non resto di Alighiero Boetti. All’interno di questo lavoro qualunque musicista intravedrebbe una sorta di rigo musicale e interpreterebbe probabilmente le “virgole” come due serie di note precisamente indicate. Sia nel titolo che nell’opera stessa viene palesemente espressa un’idea di presenza, un concetto di posizionamento nello spazio che lega fortemente la persona all’oggetto esposto. Da qui la scelta di emulare un ascolto effettuato esattamente di fronte all’opera, ottenuto con il campionamento dei riverberi della stessa galleria, provenienti dalle diverse stanze e ripresi dal punto in cui l’opera è posizionata. Per l’incisione sono stati usati flauti di rara e particolare costruzione e di diversa provenienza, con timbri diversi e un cymbalom, quale ‘punto di fuga’ per la spazializzazione del suono.